La libreria musicale: riflessioni e ricordi

Ricordo che nella mia vita ho avuto i miei vari periodi musicali. Attualmente canto rock e blues ma la mia “formazione canora” l’ho fatta su altri generi.

Non c’era internet al tempo quindi ascoltavi quello che potevi dalla radio tenendoti pronto a registrare sulla cassetta nel mangianastri. Quando trovavi il tuo artista preferito e premevi REC era un po’ come aver vinto alla lotteria! Ci facevamo delle compilation intere che ascoltavamo con il walkman.

Le batterie non bastavano mai e la voce del cantante si trasformava in quella di un demone dell’inferno… Il nastro rallentava e niente, fine. Non esistevano Power bank. Le batterie erano le classiche stilo.

Non potevamo permetterci di comprare i dischi. Le musicassette costavano sui 20.000 lire e poi con l’avvento dei Compact disc e dell’euro i prezzi della musica sono lievitati.

Oggi in famiglia acquistiamo ancora CD. Mio marito ne ha proprio il culto. Abbiamo una libreria musicale, un mobile pieno di CD che il nostro bimbo punta sempre. Alcuni li abbiamo dovuti spostare. Se si butta un occhio alla nostra libreria è facile pensare che siamo dei pazzi…. ma a noi la musica piace! Passiamo dall’heavy metal alle canzoni popolari, dal blues al rock, dal jazz al rockabilly.

Al giorno d’oggi non si ha più tempo di ascoltare! La musica si sente! Si sente solamente! Non diamo tanta importanza all’artista, non diamo importanza al fondello che si  è fatto per creare quella musica. Non sappiamo cosa c’è dietro la produzione di una canzone.

Alcuni dicono “La musica è di tutti”.  Per me non è proprio così. La musica è fruita da tutti ma non è tua. E’ dell’artista che disperato perché la ragazza l’ha lasciato, ha scritto un brano per sfogare il suo dolore. E’ del musicista che ha messo il suo cuore nelle note che si susseguono l’una dietro l’altra. E’ dell’artista che si è fatto ore e ore di sala prove per trovare il giusto sound, che è stato vigile in tutte le fasi della produzione della sua canzone o del suo album. E’ quello che ha dato fiducia al suo progetto e ha tirato fuori il “grano” (cit. Montemagno) per pagare SIAE, grafiche e duplicatore per il suo CD.

Abbiamo una grande fortuna oggi. Internet ci permette di ascoltare tutto. Talmente tante informazioni che per gli artisti catturare quei dieci secondi della tua attenzione è come riuscire finalmente a dire “Ehi, aspetta ho qualcosa da dire!”.

A tutti gli artisti in ascolto, non abbiate timore. Il vostro ascoltatore è dall’altro capo. La concorrenza è tanta, i disturbatori pure ma coraggio e pazienza sono le armi migliori per far ascoltare la vostra musica. Non abbattetevi dietro ad un commento sgradevole, i leoni da tastiera sono tanti e quando li prendi dal vivo sono agnellini o pecorelle. Non piangetevi addosso se qualcosa va storto, rimboccatevi le maniche e fate vedere che voi qualcosa da dire lo avete.

Dico queste cose perché sono passati tanti anni o meglio, ho tanti anni sulle spalle e quello che dico sempre alle giovani ragazze a lezione è che non è necessario diventare famosi a livello mondiale per fare questo lavoro. Ci sono musicisti e cantanti che fanno questo di professione che fanno questo mestiere senza essere super conosciuti. Turnisti, session musicians e session singers… ce n’è per tutti i gusti. Certo un po’ di fama non fa schifo ma questo perché ti permette di avere più valore sul mercato e puoi alzare l’asticella del cachet.

Personalmente non diventerò molto famosa ma passata una certa età 😀 non è poi così importante perché capisci che quello che ami fare lo stai già facendo e che hai rivoluzionato la tua vita per arrivarci. Quindi comunque vada… si può! Non diventerò ricca per i concerti, non diventerò ricca per le vendite degli album (che tra l’altro se volete ascoltare oltre i dieci secondi eccolo qui “Revenge of Souls”), ma finché avrò voce continuerò a cantare!

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